La storia e la letteratura popolare hanno sempre raccontato l’arrivo degli albanesi in Italia al seguito del loro eroe nazionale Giorgio Skanderbeg. Gli sparuti intellettuali del XVIII e XIX secolo si sono invece dati da fare per sistematizzare quella storia cospargendola di miti, di guerrieri e di nobili natali. Nel XX secolo, i pronipoti disincantati hanno provato ad invertire il punto di vista cercando di leggere e di riscrivere la triste realtà dei primi migranti balcanici: gruppi multiformi di gente raccogliticcia, soprattutto agricoltori, pastori, braccianti che giungevano sulle coste pugliesi da varie contrade dell’Albania meridionale, della Grecia e in parte anche dall’Albania settentrionale. I ricercatori si sono dunque da sempre posti il problema di determinare i luoghi di provenienza degli immigrati sulla scorta dei primi documenti che attestano tale presenza allogena in Italia e, successivamente, anche sulla base di analisi scientifiche delle varietà linguistiche parlate nelle comunità albanofone nonché grazie alla valutazione dei dati onomastici che lì ricorrono. Un intervallo di oltre mezzo millennio pone tuttavia dei problemi di tipo diacronico, ossia le trasformazioni linguistiche sia nei luoghi di partenza che in quelli di arrivo, per cui l’analisi deve obbligatoriamente sottostare anche a proiezioni e deduzioni nel tentativo di dare risposte concrete al quesito. Il concetto sul quale si basa questo tentativo di analisi interdisciplinare è quello di individuare e/o confermare le aree di immigrazione delle popolazioni albanesi che si sono stabilite in Italia dal XV secolo al XVIII secolo. Saranno presentate e confrontate osservazioni a) storico-documentarie, b) onomastico-toponomastiche e c) linguistiche, le quali rappresentano l'approccio tradizionale in questo ambito di studio e ricerca. A queste aree di discussione si aggiungerà ora anche un nuovo approccio di tipo "genetico" che, come si vedrà, risulta essere stato già in parte applicato alle popolazioni di origine albanese presenti nell'Italia meridionale. Considerato che questo contributo rappresenta una novità per i due ambiti di ricerca che qui si intersecano esso manterrà un'impostazione senz'altro scientifica ma allo stesso tempo anche divulgativa affinché la comprensione della problematica trattata possa essere chiara e comprensibile a tutti.

TRACCE MULTIDISCIPLINARI PER ATTESTARE UNA PROVENIENZA: IL CASO DEGLI ARBëRESHë. DAI DOCUMENTI STORICO-LINGUISTICI AL DNA (secoli XV–XXI)

Bellizzi D;BELLUSCIO, Giovanni
2017-01-01

Abstract

La storia e la letteratura popolare hanno sempre raccontato l’arrivo degli albanesi in Italia al seguito del loro eroe nazionale Giorgio Skanderbeg. Gli sparuti intellettuali del XVIII e XIX secolo si sono invece dati da fare per sistematizzare quella storia cospargendola di miti, di guerrieri e di nobili natali. Nel XX secolo, i pronipoti disincantati hanno provato ad invertire il punto di vista cercando di leggere e di riscrivere la triste realtà dei primi migranti balcanici: gruppi multiformi di gente raccogliticcia, soprattutto agricoltori, pastori, braccianti che giungevano sulle coste pugliesi da varie contrade dell’Albania meridionale, della Grecia e in parte anche dall’Albania settentrionale. I ricercatori si sono dunque da sempre posti il problema di determinare i luoghi di provenienza degli immigrati sulla scorta dei primi documenti che attestano tale presenza allogena in Italia e, successivamente, anche sulla base di analisi scientifiche delle varietà linguistiche parlate nelle comunità albanofone nonché grazie alla valutazione dei dati onomastici che lì ricorrono. Un intervallo di oltre mezzo millennio pone tuttavia dei problemi di tipo diacronico, ossia le trasformazioni linguistiche sia nei luoghi di partenza che in quelli di arrivo, per cui l’analisi deve obbligatoriamente sottostare anche a proiezioni e deduzioni nel tentativo di dare risposte concrete al quesito. Il concetto sul quale si basa questo tentativo di analisi interdisciplinare è quello di individuare e/o confermare le aree di immigrazione delle popolazioni albanesi che si sono stabilite in Italia dal XV secolo al XVIII secolo. Saranno presentate e confrontate osservazioni a) storico-documentarie, b) onomastico-toponomastiche e c) linguistiche, le quali rappresentano l'approccio tradizionale in questo ambito di studio e ricerca. A queste aree di discussione si aggiungerà ora anche un nuovo approccio di tipo "genetico" che, come si vedrà, risulta essere stato già in parte applicato alle popolazioni di origine albanese presenti nell'Italia meridionale. Considerato che questo contributo rappresenta una novità per i due ambiti di ricerca che qui si intersecano esso manterrà un'impostazione senz'altro scientifica ma allo stesso tempo anche divulgativa affinché la comprensione della problematica trattata possa essere chiara e comprensibile a tutti.
2017
978-88-255-0083-7
Italoalbanesi storia; Italoalbanesi provenienza; Italoalbanesi genetica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/165999
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