La necromassa legnosa oltre ad avere un ruolo chiave negli ecosistemi forestali, rappresentando un elemento indispensabile per il funzionamento dei cicli biogeochimici, contribuisce alla conservazione della biodiversità mediante l’offerta di habitat idonei ai saproxilobionti “associati” alla risorsa legno. La struttura e le funzioni di un albero morto cambiano nel tempo, con l’avanzare dei processi di degradazione della materia, e i vari stadi di decadimento rappresentano una grande varietà di microhabitat nei quali si sviluppano subcomunità dinamiche ed in rapida evoluzione. Il legno fresco viene attaccato da organismi saproxilofagi subcorticicoli (Curculionidi e Scolitidi) che gradiscono la parte più nutriente rappresentata da xilema e floema. Molte sono poi le specie di Cerambicidi e Buprestidi che allo stadio larvale si sviluppano sia nelle porzioni sottocorticale che nella parte più coriacea del legno. La lenta opera di demolizione di questi organismi provoca microfessurazioni e spazi interstiziali ed il leggero distacco della corteccia. Queste modificazioni microstrutturali del substrato, uniti ai processi naturali di decomposizione fisico-chimica del legno, portano all’evolversi di microhabitat sfruttabili da elementi più esigenti e più specializzati quali Temnoscheila caerulea (Olivier) e Pyrochroa coccinea (Linnaeus). Cucujus cinnaberinus (Scopoli) e Cucujus haematodes Erichson sono coleotteri che hanno evoluto una forma del corpo appiattita, in grado di muoversi agilmente nelle fessure alla ricerca del loro pabulum d’elezione, ad esempio le giovani larve di cerambicidi.Dopo diversi anni, la necromassa legnosa, ricca di ampie cavità, è in grado di ospitare un’altra componente che sfrutta le cavità legnose come riparo. In particolare ritroviamo Pterostichus ruffoi Sciaky, Carabus lefebvrei Dejean, Carabus preslii neumeyeri Schaum, Cychrus italicus Bonelli, carabidi predatori nelle ceppaie con un alto grado di specializzazione alimentare, e Clinidium canaliculatum (Costa), relitto paleotropicale che vive esclusivamente nella necromassa a spese di Myxomiceti. In generale, i saproxilobionti accelerano i processi di decomposizione della biomassa contribuendo in modo determinante alla produttività funzionale della foresta. L’analisi della diversità funzionale dei coleotteri saproxilobionti potrebbe rappresentare un indice ecologico dello stato generale di conservazione della biodiversità e della naturalità di alcuni ecosistema forestali.
Analisi della diversità funzionale dei Coleotteri nella biomassa legnosa del parco Nazionale della Sila (Calabria, Italia) (Coleoptera).
Mazzei A.;BONACCI, Teresa;Brandmayr P.
2011-01-01
Abstract
La necromassa legnosa oltre ad avere un ruolo chiave negli ecosistemi forestali, rappresentando un elemento indispensabile per il funzionamento dei cicli biogeochimici, contribuisce alla conservazione della biodiversità mediante l’offerta di habitat idonei ai saproxilobionti “associati” alla risorsa legno. La struttura e le funzioni di un albero morto cambiano nel tempo, con l’avanzare dei processi di degradazione della materia, e i vari stadi di decadimento rappresentano una grande varietà di microhabitat nei quali si sviluppano subcomunità dinamiche ed in rapida evoluzione. Il legno fresco viene attaccato da organismi saproxilofagi subcorticicoli (Curculionidi e Scolitidi) che gradiscono la parte più nutriente rappresentata da xilema e floema. Molte sono poi le specie di Cerambicidi e Buprestidi che allo stadio larvale si sviluppano sia nelle porzioni sottocorticale che nella parte più coriacea del legno. La lenta opera di demolizione di questi organismi provoca microfessurazioni e spazi interstiziali ed il leggero distacco della corteccia. Queste modificazioni microstrutturali del substrato, uniti ai processi naturali di decomposizione fisico-chimica del legno, portano all’evolversi di microhabitat sfruttabili da elementi più esigenti e più specializzati quali Temnoscheila caerulea (Olivier) e Pyrochroa coccinea (Linnaeus). Cucujus cinnaberinus (Scopoli) e Cucujus haematodes Erichson sono coleotteri che hanno evoluto una forma del corpo appiattita, in grado di muoversi agilmente nelle fessure alla ricerca del loro pabulum d’elezione, ad esempio le giovani larve di cerambicidi.Dopo diversi anni, la necromassa legnosa, ricca di ampie cavità, è in grado di ospitare un’altra componente che sfrutta le cavità legnose come riparo. In particolare ritroviamo Pterostichus ruffoi Sciaky, Carabus lefebvrei Dejean, Carabus preslii neumeyeri Schaum, Cychrus italicus Bonelli, carabidi predatori nelle ceppaie con un alto grado di specializzazione alimentare, e Clinidium canaliculatum (Costa), relitto paleotropicale che vive esclusivamente nella necromassa a spese di Myxomiceti. In generale, i saproxilobionti accelerano i processi di decomposizione della biomassa contribuendo in modo determinante alla produttività funzionale della foresta. L’analisi della diversità funzionale dei coleotteri saproxilobionti potrebbe rappresentare un indice ecologico dello stato generale di conservazione della biodiversità e della naturalità di alcuni ecosistema forestali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.