Nel 1943, su un’isola dove c’è una colonia di confinati, il Dottore, un dirigente di Giustizia e Libertà e Ugo, un giovane avanguardista del Partito Nazionale Fascista, condividono la passione per la fotografia. Con la macchina fotografica ritraggono soprattutto donne e bambini, poiché gli uomini sono emigrati, morti in guerra o al fronte. Nelle loro immagini non raccontano le dure condizioni di vita e la povertà degli isolani, ma la bellezza e la dignità della povera gente e per far ciò finiscono per nascondere sistematicamente il reale. In qualche modo, con la complicità dei soggetti e del mezzo meccanico, ricostruiscono o inventano una realtà.
L' ultimo fotogramma
SOLE, Giovanni
2002-01-01
Abstract
Nel 1943, su un’isola dove c’è una colonia di confinati, il Dottore, un dirigente di Giustizia e Libertà e Ugo, un giovane avanguardista del Partito Nazionale Fascista, condividono la passione per la fotografia. Con la macchina fotografica ritraggono soprattutto donne e bambini, poiché gli uomini sono emigrati, morti in guerra o al fronte. Nelle loro immagini non raccontano le dure condizioni di vita e la povertà degli isolani, ma la bellezza e la dignità della povera gente e per far ciò finiscono per nascondere sistematicamente il reale. In qualche modo, con la complicità dei soggetti e del mezzo meccanico, ricostruiscono o inventano una realtà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.