Durante la guerra i gerarchi cosentini lamentavano che, mentre i soldati combattevano fino all’estremo sacrificio per la grandezza della Patria, molti borghesi cacadubbi, panciafichisti e tornacontisti, aspettassero gli eventi pronti a salire sul carro del vincitore. I pochi antifascisti non avevano il coraggio di palesare le proprie idee, si nascondevano dietro le persiane, ascoltavano le radio nemiche e sognavano di scendere in piazza al seguito di un battaglione sovietico o inglese! I caporioni fascisti, che si autodefinivano uomini senza macchia e senza paura, pronti ad immolare la vita per la rivoluzione fascista e per la vittoria, alle prime bombe sganciate dai quadrimotori nemici, si rifugiarono nelle campagne e allo sbarco in Calabria degli anglo-americani si nascosero, si diedero precipitosamente alla fuga o fecero il salto della quaglia. Sconfitti e accusati di aver contribuito alla rovina dell’Italia, furono tutti riconosciuti colpevoli dalla Commissione per l’epurazione ma condannati solo alla sospensione per due anni dei diritti elettorali passivi ed attivi. In nome della pacificazione nazionale furono poi amnistiati e la tremenda guerra che aveva portato miseria, fame, sofferenze e lutti fu dimenticata.

Tornacontisti cacadubbi panciafichisti. Mito e realtà della guerra a Cosenza (1940-1945)

SOLE, Giovanni
2017-01-01

Abstract

Durante la guerra i gerarchi cosentini lamentavano che, mentre i soldati combattevano fino all’estremo sacrificio per la grandezza della Patria, molti borghesi cacadubbi, panciafichisti e tornacontisti, aspettassero gli eventi pronti a salire sul carro del vincitore. I pochi antifascisti non avevano il coraggio di palesare le proprie idee, si nascondevano dietro le persiane, ascoltavano le radio nemiche e sognavano di scendere in piazza al seguito di un battaglione sovietico o inglese! I caporioni fascisti, che si autodefinivano uomini senza macchia e senza paura, pronti ad immolare la vita per la rivoluzione fascista e per la vittoria, alle prime bombe sganciate dai quadrimotori nemici, si rifugiarono nelle campagne e allo sbarco in Calabria degli anglo-americani si nascosero, si diedero precipitosamente alla fuga o fecero il salto della quaglia. Sconfitti e accusati di aver contribuito alla rovina dell’Italia, furono tutti riconosciuti colpevoli dalla Commissione per l’epurazione ma condannati solo alla sospensione per due anni dei diritti elettorali passivi ed attivi. In nome della pacificazione nazionale furono poi amnistiati e la tremenda guerra che aveva portato miseria, fame, sofferenze e lutti fu dimenticata.
2017
978-88-498-5040-6
Guerra; Violenza; Mito
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/184057
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