Una carcassa è una limitata e spesso effimera risorsa trofica, per la quale molti taxa di Artropodi competono (Putman, 1983). La colonizzazione dei cadaveri ad opera dei necrofagi avviene con sequenza cronologica (Smith, 1986) e gli insetti che arrivano in successione e che rientrano nel processo di decadimento dei corpi, appartengono a diverse categorie ecologiche: necrofagi, parassiti e predatori di necrofagi, onnivori e specie incidentali. Tra questi i Diptera Calliphoridae ed i Coleoptera Silphidae sono i principali responsabili del decadimento della materia (Putman, 1983). Nell’ambito della famiglia Silphidae, troviamo specie con abitudini alimentari diversificate. In particolare, i Silphinae sono necrofagi e tendono a colonizzare la risorsa trofica durante gli stadi tardivi di decadimento (stadio secco), mentre gli stadi preimmaginali continuano ad alimentarsi dei resti della carcassa dopo che le larve dei ditteri Calliphoridae si sono impupate (Kočárek, 2001). La ricerca è stata condotta all’interno di un’area semi-rurale della Calabria durante l’autunno 2006, l’estate 2007 e l’inverno 2008, utilizzando come modello di studio esemplari giovani di maiale Sus scrofa L. L’obiettivo dell’indagine è stato quello di: i) studiare la successione stagionale degli insetti necrofagi, ii) correlare la successione faunistica ai diversi stadi di decomposizione degli animali e iii) esaminare l’attività comportamentale degli artropodi sugli animali esposti, in fase post mortem. L’attività della microfauna è stata influenzata dalla stagione e dalle condizioni atmosferiche; in particolare, la temperatura ambientale, l’esposizione alla luce diretta e le precipitazioni hanno influito sul processo di decomposizione delle carcasse e sulla diversificazione delle specie sarcosaprofaghe arrivate in successione. Durante i processi di decomposizione delle carcasse esposte in autunno ed estate, i principali colonizzatori sono stati Ditteri Calliphoridae, Coleotteri Staphylinidae, Dermestidae, e Cleridae, anche se con differenze faunistiche importanti, in relazione alla stagione. Negli stadi di decadimento “decomposto” e “decomposto-adipocere” delle carcasse esposte durante l’inverno, il taxon più abbondante è risultato quello dei Silphidae. Le basse temperature e le abbondanti precipitazioni del periodo hanno impedito l’attività delle larve dei Calliphoridae, con un rallentamento notevole del processo di decomposizione della materia. L’assenza di competitori trofici ha favorito la colonizzazione di Thanatophilus rugosus (specie dominante) e T. sinuatus che per più di tre mesi, sono risultate le uniche specie necrofaghe presenti. L’attività trofica dei Silphidae ha favorito il processo di decadimento delle carcasse mediante la formazione di tramiti circolari cutanei. Nel caso specifico la formazione di aggregati interspecifici potrebbe essere stata determinata dall’abbondante risorsa trofica. L’assenza di interazioni aggressive tra le due specie di Thanatophilus fornisce un valido spunto per ulteriori indagini comportamentali mirate alla valutazione dei “sistemi di convivenza” delle specie.

Aggregazioni interspecifiche di Thanatophilus spp. (Coleoptera Silphidae: Silphinae) su carcasse animali esposte in Calabria.

BONACCI, Teresa;Brandmayr, P.;
2010-01-01

Abstract

Una carcassa è una limitata e spesso effimera risorsa trofica, per la quale molti taxa di Artropodi competono (Putman, 1983). La colonizzazione dei cadaveri ad opera dei necrofagi avviene con sequenza cronologica (Smith, 1986) e gli insetti che arrivano in successione e che rientrano nel processo di decadimento dei corpi, appartengono a diverse categorie ecologiche: necrofagi, parassiti e predatori di necrofagi, onnivori e specie incidentali. Tra questi i Diptera Calliphoridae ed i Coleoptera Silphidae sono i principali responsabili del decadimento della materia (Putman, 1983). Nell’ambito della famiglia Silphidae, troviamo specie con abitudini alimentari diversificate. In particolare, i Silphinae sono necrofagi e tendono a colonizzare la risorsa trofica durante gli stadi tardivi di decadimento (stadio secco), mentre gli stadi preimmaginali continuano ad alimentarsi dei resti della carcassa dopo che le larve dei ditteri Calliphoridae si sono impupate (Kočárek, 2001). La ricerca è stata condotta all’interno di un’area semi-rurale della Calabria durante l’autunno 2006, l’estate 2007 e l’inverno 2008, utilizzando come modello di studio esemplari giovani di maiale Sus scrofa L. L’obiettivo dell’indagine è stato quello di: i) studiare la successione stagionale degli insetti necrofagi, ii) correlare la successione faunistica ai diversi stadi di decomposizione degli animali e iii) esaminare l’attività comportamentale degli artropodi sugli animali esposti, in fase post mortem. L’attività della microfauna è stata influenzata dalla stagione e dalle condizioni atmosferiche; in particolare, la temperatura ambientale, l’esposizione alla luce diretta e le precipitazioni hanno influito sul processo di decomposizione delle carcasse e sulla diversificazione delle specie sarcosaprofaghe arrivate in successione. Durante i processi di decomposizione delle carcasse esposte in autunno ed estate, i principali colonizzatori sono stati Ditteri Calliphoridae, Coleotteri Staphylinidae, Dermestidae, e Cleridae, anche se con differenze faunistiche importanti, in relazione alla stagione. Negli stadi di decadimento “decomposto” e “decomposto-adipocere” delle carcasse esposte durante l’inverno, il taxon più abbondante è risultato quello dei Silphidae. Le basse temperature e le abbondanti precipitazioni del periodo hanno impedito l’attività delle larve dei Calliphoridae, con un rallentamento notevole del processo di decomposizione della materia. L’assenza di competitori trofici ha favorito la colonizzazione di Thanatophilus rugosus (specie dominante) e T. sinuatus che per più di tre mesi, sono risultate le uniche specie necrofaghe presenti. L’attività trofica dei Silphidae ha favorito il processo di decadimento delle carcasse mediante la formazione di tramiti circolari cutanei. Nel caso specifico la formazione di aggregati interspecifici potrebbe essere stata determinata dall’abbondante risorsa trofica. L’assenza di interazioni aggressive tra le due specie di Thanatophilus fornisce un valido spunto per ulteriori indagini comportamentali mirate alla valutazione dei “sistemi di convivenza” delle specie.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/184896
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