Domenico Moro, Nicola Ricciotti, Attilio ed Emilio Bandiera, sbarcati in Calabria il 16 giugno 1844 per dare man forte alla rivolta dei patrioti cosentini, sono rinchiusi nelle carceri dopo essere stati catturati insieme ad altri compagni, sulle montagne della Sila. Sette ufficiali e un sottufficiale dell'esercito borbonico, componenti della Commissione Militare, discutono la pena da comminare agli stranieri e alla fine rivonoscono Attilio Bandiera, Emilio Bandiera, Nicola Ricciotti, Domenico Moro, Anacarsi Nardi, Giovanni Venerucci, Giacomo Rocca, Francesco Berti e Domenico Lupatelli, colpevoli del reato di cospirazione contro il Regno e li condanna alla pena di morte da eseguirsi con la fucilazione e col terzo grado di pubblico esempio. La mattina del 25 luglio Attilio Bandiera, prima di avviarsi davanti al plotone di esecuzione, dice ai compagni che il loro martirio sarebbe stato utile all'unità d'Italia più di ogni altra cosa, e che se morire era inevitabile era meglio farlo per una causa giusta. I patrioti commossi cantano con voce vibrante un coro dell'opera di Mercadante "Donna Caritea": "Chi per la patria muor vissuto è assai, la fronda dell'allor non langue mai. Piuttosto che languir sotto i tiranni, è meglio di morir sul fior degli anni".
Il canto dei patrioti
SOLE, Giovanni
2001-01-01
Abstract
Domenico Moro, Nicola Ricciotti, Attilio ed Emilio Bandiera, sbarcati in Calabria il 16 giugno 1844 per dare man forte alla rivolta dei patrioti cosentini, sono rinchiusi nelle carceri dopo essere stati catturati insieme ad altri compagni, sulle montagne della Sila. Sette ufficiali e un sottufficiale dell'esercito borbonico, componenti della Commissione Militare, discutono la pena da comminare agli stranieri e alla fine rivonoscono Attilio Bandiera, Emilio Bandiera, Nicola Ricciotti, Domenico Moro, Anacarsi Nardi, Giovanni Venerucci, Giacomo Rocca, Francesco Berti e Domenico Lupatelli, colpevoli del reato di cospirazione contro il Regno e li condanna alla pena di morte da eseguirsi con la fucilazione e col terzo grado di pubblico esempio. La mattina del 25 luglio Attilio Bandiera, prima di avviarsi davanti al plotone di esecuzione, dice ai compagni che il loro martirio sarebbe stato utile all'unità d'Italia più di ogni altra cosa, e che se morire era inevitabile era meglio farlo per una causa giusta. I patrioti commossi cantano con voce vibrante un coro dell'opera di Mercadante "Donna Caritea": "Chi per la patria muor vissuto è assai, la fronda dell'allor non langue mai. Piuttosto che languir sotto i tiranni, è meglio di morir sul fior degli anni".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.