Tra sociologia e letteratura. Per una mappa di una o più storie di incontri

This article, conceived as a map, is devoted to shed light on the ways lit- erature plays a role in the sociologists’ experience: as a type of expression, when sociologists rely on it in order to give life to their concepts and the- ories; when they turn to literature for its ability to carry peculiar elements and mechanisms on which the functioning of different societies is based; as a source of knowledge, for instance, devoted at sustaining sociologists’ research on past societies, then far from their direct observation; and so on. At the base of this article, the assumption that literature shares with sociology some form of orientation to knowledge, though based on different methods and criteria of taking responsibility, and that sociologists have the opportunity to fruitfully rearticulate their ways to observe their objects of study by meeting «literary knowledge».

Il rapporto tra le scienze sociali – e in particolare la sociologia – e la letteratura è antico. Probabilmente costitutivo. Basta tornare ai cosiddetti proto-sociologi per rendersene conto: il barone di Montesquieu per descrivere il proprio mondo utilizza un genere letterario, l’epistolario, che diventa espediente per inventare prospettive che non gli appartengono e, quindi, per guardare in modo nuovo e insolito al proprio mondo, rappresentato dalla Francia dell’epoca e dalla sua capitale. Nelle Lettere persiane, l’illuminista francese si fa straniero a sé stesso e alla propria società; ne deriva una più acuta capacità di indagare che viene argomentata in alcune righe della prefazione: “c’è una cosa che mi ha spesso stupito: vedere questi due persiani informati talvolta non meno di me dei costumi e degli usi della nazione, fino a conoscerne i più sottili particolari” (Montesquieu 1997, 64).