L'ultima novella del Decameron è letta dapprima in relazione alla «matta bestialità» di Gualtieri, rovescio della liberalità della X giornata, e alla consapevolezza che Boccaccio mostra del riferimento dantesco (Inferno XI, 82-83) e delle implicazioni etiche di ascendenza aristotelica nelle «Esposizioni sopra la Commedia». Poi si analizzano nella novella le sovrapposizioni tra codice politico e codice amoroso evidenziando la violazione delle regole del «De amore» di Andrea Cappellano nella scelta matrimoniale di Gualtieri, ma anche per contro la sua efficacia politica, più volte sottolineata come «saviezza». Il saggio mostra, dunque, come Gualtieri sia insieme matto e savio. La vicenda infatti porta ad estreme conseguenze una certa ragion di stato e ne rivela il limite etico, per cui la possibilità della magnificenza è parallela a quella dell’arbitrio e della crudeltà. Dall’altra parte il saggio indaga nella figura di Griselda un'analoga iperbole che mostra il limite del patto di fedeltà e della virtù della pazienza. In definitiva l’ultima novella, secondo questa lettura, si rifrange sull’intera giornata, dove il perseguimento della virtù, spinto fino al parossismo, raggiunge e forse supera i suoi limiti e, valicando i confini della medietas, se ne mette in crisi il valore. Anche per questo nella sua natura, più volte indicata come oltreumana, il saggio osserva come Griselda è personaggio non imitabile; mentre la battuta di scherno finale con cui Dioneo commenta la novella ne rivela anche la possibilità di una più umana, e realistica, reazione.

Gli infortuni della virtù. Griselda, Gualtieri e la «matta bestialità» nel "Decameron"

Giuseppe Lo Castro
2018-01-01

Abstract

L'ultima novella del Decameron è letta dapprima in relazione alla «matta bestialità» di Gualtieri, rovescio della liberalità della X giornata, e alla consapevolezza che Boccaccio mostra del riferimento dantesco (Inferno XI, 82-83) e delle implicazioni etiche di ascendenza aristotelica nelle «Esposizioni sopra la Commedia». Poi si analizzano nella novella le sovrapposizioni tra codice politico e codice amoroso evidenziando la violazione delle regole del «De amore» di Andrea Cappellano nella scelta matrimoniale di Gualtieri, ma anche per contro la sua efficacia politica, più volte sottolineata come «saviezza». Il saggio mostra, dunque, come Gualtieri sia insieme matto e savio. La vicenda infatti porta ad estreme conseguenze una certa ragion di stato e ne rivela il limite etico, per cui la possibilità della magnificenza è parallela a quella dell’arbitrio e della crudeltà. Dall’altra parte il saggio indaga nella figura di Griselda un'analoga iperbole che mostra il limite del patto di fedeltà e della virtù della pazienza. In definitiva l’ultima novella, secondo questa lettura, si rifrange sull’intera giornata, dove il perseguimento della virtù, spinto fino al parossismo, raggiunge e forse supera i suoi limiti e, valicando i confini della medietas, se ne mette in crisi il valore. Anche per questo nella sua natura, più volte indicata come oltreumana, il saggio osserva come Griselda è personaggio non imitabile; mentre la battuta di scherno finale con cui Dioneo commenta la novella ne rivela anche la possibilità di una più umana, e realistica, reazione.
2018
Griselda
Gualtieri
Boccaccio
Decameron
bestialità
pazienza
virtù
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/277004
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