Il saggio proposto prevede la lettura esegetica di alcuni passi della produzione scientifica di J. Ruskin nel decennio 1846-1856, al fine di cogliere l’evoluzione del suo pensiero sul restauro architettonico, depurandolo dagli aspetti controversi e ampiamente dibattuti, e plasmando sulla contemporaneità, il valore ancora innovativo del suo messaggio. Nella lettura storico-critica proposta si indagano i caratteri singolari dell’evoluzione del suo pensiero, estrapolati dai documenti scritti e dagli scambi epistolari, in una comparazione continua tra la coscienza dell’uomo, malferma e dilaniata da depressioni e malattie, e l’intuitività dello studioso verso le varie sfaccettature della realtà, in particolare verso l’architettura del passato. Si vuole porre l’attenzione proprio su questo debole aspetto della sua personalità, evidenziando come i suoi viaggi e i relativi taccuini siano da intendersi, per un verso un balsamo per il suo animo e il suo fisico, per l’altro, una grande ispirazione per le sue teorie. La sua formazione personale influenzerà tutta la sua esistenza e la sua poetica che, tra etica ed estetica, ritroverà proprio nel malessere dell’animo un sensibile e sentimentale punto di forza. Lo studio affrontato, che esamina questa specificità, assume valenza di metodo, individuando nella lettura analitica e interpretativa delle fonti una delle prime operazioni critiche da compiere per la conoscenza del pensiero di J Ruskin.
Alcune note sul restauro, dagli scritti di J. Ruskin (1846-1856), tra erudizione e animo
Canonaco, Brunella
2019-01-01
Abstract
Il saggio proposto prevede la lettura esegetica di alcuni passi della produzione scientifica di J. Ruskin nel decennio 1846-1856, al fine di cogliere l’evoluzione del suo pensiero sul restauro architettonico, depurandolo dagli aspetti controversi e ampiamente dibattuti, e plasmando sulla contemporaneità, il valore ancora innovativo del suo messaggio. Nella lettura storico-critica proposta si indagano i caratteri singolari dell’evoluzione del suo pensiero, estrapolati dai documenti scritti e dagli scambi epistolari, in una comparazione continua tra la coscienza dell’uomo, malferma e dilaniata da depressioni e malattie, e l’intuitività dello studioso verso le varie sfaccettature della realtà, in particolare verso l’architettura del passato. Si vuole porre l’attenzione proprio su questo debole aspetto della sua personalità, evidenziando come i suoi viaggi e i relativi taccuini siano da intendersi, per un verso un balsamo per il suo animo e il suo fisico, per l’altro, una grande ispirazione per le sue teorie. La sua formazione personale influenzerà tutta la sua esistenza e la sua poetica che, tra etica ed estetica, ritroverà proprio nel malessere dell’animo un sensibile e sentimentale punto di forza. Lo studio affrontato, che esamina questa specificità, assume valenza di metodo, individuando nella lettura analitica e interpretativa delle fonti una delle prime operazioni critiche da compiere per la conoscenza del pensiero di J Ruskin.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.