Nell’odierna società la diffusione della cultura digitale spinge i giovani ad essere produttori attivi di contenuti da condividere in rete. I contenuti veicolati in Rete offensivi e violenti rientrano nella categoria denominata hate speech che indica un insieme di parole e discorsi che hanno come fine la diffusione dell’odio nei confronti di una persona o di un gruppo in base ad alcune caratteristiche come l’etnia, l’orientamento sessuale, l’appartenenza ad una religione. La riflessione di queste pagine riguarda la necessità della costruzione di un percorso formativo che indirizzi i giovani a comprendere la valenza formativa della riflessività. Tale categoria, ponendosi come un processo fondato sulla negoziazione del sé con il mondo esterno, dovrà essere indirizzata alla tutela del concetto di bene comune, muovendosi nelle logiche pedagogiche della comprensione e della prossimità.
Il fenomeno dell’hate speech e la cultura digitale. La scuola degli affetti come bene comune
s perfetti
2020-01-01
Abstract
Nell’odierna società la diffusione della cultura digitale spinge i giovani ad essere produttori attivi di contenuti da condividere in rete. I contenuti veicolati in Rete offensivi e violenti rientrano nella categoria denominata hate speech che indica un insieme di parole e discorsi che hanno come fine la diffusione dell’odio nei confronti di una persona o di un gruppo in base ad alcune caratteristiche come l’etnia, l’orientamento sessuale, l’appartenenza ad una religione. La riflessione di queste pagine riguarda la necessità della costruzione di un percorso formativo che indirizzi i giovani a comprendere la valenza formativa della riflessività. Tale categoria, ponendosi come un processo fondato sulla negoziazione del sé con il mondo esterno, dovrà essere indirizzata alla tutela del concetto di bene comune, muovendosi nelle logiche pedagogiche della comprensione e della prossimità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.