Il saggio prende in considerazione i tre film che compongono la “trilogia della terra” di De Santis: Caccia tragica, Riso amaro e Non c’è pace tra gli ulivi, per mostrare come in questi film l’inquadratura si raddoppi in un movimento in abisso che esibisce l’atto stesso dell’inquadrare. Nel cinema di De Santis questa operazione è continuamente esibita, attraverso una ricorrenza di figure dell’incorniciamento come porte, finestre, specchi e attraverso il ricorso ai codici figurativi del cinema hollywoodiano, in una messa in scena che lavora nella direzione della costruzione di quadri ipersaturi e di un articolato rapporto tra campo e fuori campo.

Il “profilo” del reale: la trilogia della terra di De Santis

Alessandro Canade'
2019-01-01

Abstract

Il saggio prende in considerazione i tre film che compongono la “trilogia della terra” di De Santis: Caccia tragica, Riso amaro e Non c’è pace tra gli ulivi, per mostrare come in questi film l’inquadratura si raddoppi in un movimento in abisso che esibisce l’atto stesso dell’inquadrare. Nel cinema di De Santis questa operazione è continuamente esibita, attraverso una ricorrenza di figure dell’incorniciamento come porte, finestre, specchi e attraverso il ricorso ai codici figurativi del cinema hollywoodiano, in una messa in scena che lavora nella direzione della costruzione di quadri ipersaturi e di un articolato rapporto tra campo e fuori campo.
2019
cinema italiano, neorealismo, regia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/308674
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