Il saggio, partendo da un’espressione di John Donne («No man is an island») pubblicata nelle sue Devozioni per occasioni di emergenza (1624), cerca di rintracciarne gli echi in autori contemporanei e ottocenteschi. Francis Bacon vi allude certamente nella terza edizione dei Saggi del 1625, riprendendo l’immagine dell’insularità nelle battute finali della riflessione intitolata Della bontà e della bontà naturale (nell’edizione del 1612, infatti, il riferimento all’isola era assente). Bacon mette in relazione la bontà con l’albero del balsamo, evocando un antico mito di cui ho fornito le fonti letterarie e iconografiche. La negazione dell’insularità ritorna in una formulazione originale nell’ultimo romanzo di Virginia Woolf. Le onde, negano l’idea egoistica dell’uomo-isola («Non credo che siamo essere separati, soli»): ogni individuo è parte dell’umanità, come ogni onda è parte dell’oceano (così gli stessi personaggi rappresentano il flusso di un “io” che esprime, contemporaneamente, la sua unicità e il suo appartenere a un “tutto” indistinto). La scrittrice, proprio mentre lavora a Le Onde, prepara un saggio su Donne in occasione del terzo centenario della morte. Probabilmente la Woolf tiene anche in mente un’immagine contigua presente in una poesia di Walt Whitman (che a sua volta potrebbe essere stata influenzata dalla meditazione di Donne da cui sono partito): qui è la goccia d’acqua a staccarsi dall’oceano per cercare un’altra goccia d’acqua e, successivamente, ricongiungersi entrambe nell’infinità del mare

«Nessun uomo è un’isola» : echi della metafora geografica di John Donne in Francis Bacon, Walt Whitman e Virginia Woolf

ORDINE DIAMANTE
2018-01-01

Abstract

Il saggio, partendo da un’espressione di John Donne («No man is an island») pubblicata nelle sue Devozioni per occasioni di emergenza (1624), cerca di rintracciarne gli echi in autori contemporanei e ottocenteschi. Francis Bacon vi allude certamente nella terza edizione dei Saggi del 1625, riprendendo l’immagine dell’insularità nelle battute finali della riflessione intitolata Della bontà e della bontà naturale (nell’edizione del 1612, infatti, il riferimento all’isola era assente). Bacon mette in relazione la bontà con l’albero del balsamo, evocando un antico mito di cui ho fornito le fonti letterarie e iconografiche. La negazione dell’insularità ritorna in una formulazione originale nell’ultimo romanzo di Virginia Woolf. Le onde, negano l’idea egoistica dell’uomo-isola («Non credo che siamo essere separati, soli»): ogni individuo è parte dell’umanità, come ogni onda è parte dell’oceano (così gli stessi personaggi rappresentano il flusso di un “io” che esprime, contemporaneamente, la sua unicità e il suo appartenere a un “tutto” indistinto). La scrittrice, proprio mentre lavora a Le Onde, prepara un saggio su Donne in occasione del terzo centenario della morte. Probabilmente la Woolf tiene anche in mente un’immagine contigua presente in una poesia di Walt Whitman (che a sua volta potrebbe essere stata influenzata dalla meditazione di Donne da cui sono partito): qui è la goccia d’acqua a staccarsi dall’oceano per cercare un’altra goccia d’acqua e, successivamente, ricongiungersi entrambe nell’infinità del mare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/311358
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