Dottrina e giurisprudenza concordano nel ritenere che il diritto di propaganda religiosa includa la possibilità di esprimere un messaggio fondato sulla negazione della fede o una critica verso altre religioni, purché non si traduca in una ipotesi di vilipendio. In ragione di ciò, una limitazione non rigorosamente motivata del diritto di propaganda configura una discriminazione delle organizzazioni ateistiche, anche qualora non si ravvisi una differenza di trattamento contestuale e concreta ma solo eventuale e futura. Certamente, la pubblicità commerciale può essere sottoposta a limiti più stringenti, ma essi possono riguardare la propaganda religiosa solo se espressi e riferiti al divieto di incitamento all’odio o alla protezione della dignità umana.
La controversia tra l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti e il Comune di Verona
Nicola Fiorita
2020-01-01
Abstract
Dottrina e giurisprudenza concordano nel ritenere che il diritto di propaganda religiosa includa la possibilità di esprimere un messaggio fondato sulla negazione della fede o una critica verso altre religioni, purché non si traduca in una ipotesi di vilipendio. In ragione di ciò, una limitazione non rigorosamente motivata del diritto di propaganda configura una discriminazione delle organizzazioni ateistiche, anche qualora non si ravvisi una differenza di trattamento contestuale e concreta ma solo eventuale e futura. Certamente, la pubblicità commerciale può essere sottoposta a limiti più stringenti, ma essi possono riguardare la propaganda religiosa solo se espressi e riferiti al divieto di incitamento all’odio o alla protezione della dignità umana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.