L'articolo propone una rilettura critica dei due saggi in cui Alfred Schutz ha elaborato le figure dello "straniero" e del "reduce". Attraverso queste figure, lo studioso tematizza e analizza l'esperienza dell'estraneità rispetto al contesto della vita quotidiana, entro cui si profila una messa in discussione del senso comune, la cui cifra è la reciprocità. Nell'incontro iniziale fra lo straniero/il reduce e la comunità di approdo/di ritorno, infatti, il dubbio sull'ovvietà riguarda sia il senso comune di cui è portatore lo straniero/il reduce, sia il mondo che è dato per scontato in modo condiviso dalla comunità di approdo/di ritorno. Il mio articolo ha inteso portare in superficie alcuni motivi della riflessione schutziana, che non sono diffusamente riconosciuti; in particolare: 1. che il senso comune è il pensiero dell'ovvio, ma può essere messo in discussione e decostruito più frequentemente di quanto sia attribuito all'analisi dell'autore; 2. che la condizione dello straniero e del reduce è analizzata in particolare nella fase iniziale dell'incontro, ma l'autore prova a dare qualche indicazione sulle prospettive di lungo termine di accomodamento fra la comunità e l'alterità; 3. di conseguenza, i due saggi possono ancora dare suggestioni importanti in tema di relazione con l'alterità e, quindi, di relazioni interculturali.

Alfred Schutz e la doppia esperienza dello straniero

Floriani Sonia
Validation
2020-01-01

Abstract

L'articolo propone una rilettura critica dei due saggi in cui Alfred Schutz ha elaborato le figure dello "straniero" e del "reduce". Attraverso queste figure, lo studioso tematizza e analizza l'esperienza dell'estraneità rispetto al contesto della vita quotidiana, entro cui si profila una messa in discussione del senso comune, la cui cifra è la reciprocità. Nell'incontro iniziale fra lo straniero/il reduce e la comunità di approdo/di ritorno, infatti, il dubbio sull'ovvietà riguarda sia il senso comune di cui è portatore lo straniero/il reduce, sia il mondo che è dato per scontato in modo condiviso dalla comunità di approdo/di ritorno. Il mio articolo ha inteso portare in superficie alcuni motivi della riflessione schutziana, che non sono diffusamente riconosciuti; in particolare: 1. che il senso comune è il pensiero dell'ovvio, ma può essere messo in discussione e decostruito più frequentemente di quanto sia attribuito all'analisi dell'autore; 2. che la condizione dello straniero e del reduce è analizzata in particolare nella fase iniziale dell'incontro, ma l'autore prova a dare qualche indicazione sulle prospettive di lungo termine di accomodamento fra la comunità e l'alterità; 3. di conseguenza, i due saggi possono ancora dare suggestioni importanti in tema di relazione con l'alterità e, quindi, di relazioni interculturali.
2020
stranger, homecomer, everyday-life, common sense, phenomelogical sociology, intercultural relations.
straniero, reduce, vita quotidiana, senso comune, sociologia fenomenologica, relazioni interculturali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/323069
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