In questo contributo si affrontano la vita e l’opera di Margherita Zoebeli con particolare riferimento al suo lavoro in Italia all’indomani della Seconda guerra mondiale. Ideatrice di un sistema educativo «pensato sul campo» della distruzione bellica, ha operato per infrangere le geometrie statiche dell’insegnamento frontale a vantaggio di una nuova idea di educazione, di comunità, lavorando per l’inclusione di bambini con disabilità nella scuola, nonché onorando l’adulto già in nuce nel bambino, anticipando di 25 anni le sperimentazioni che in materia di pedagogia sarebbero seguite. L’esperienza del Centro educativo italo-svizzero (CEIS) di Rimini, nato nel 1946 e tutt’ora attivo, progettato insieme all’architetto Felix Schwarz, vede nell’architettura e nell’organizzazione dello spazio un principio educativo e il superamento di una pedagogia direttiva e autoritaria. La sua è la visione lucida di una collettività, in cui la cooperazione e il senso di responsabilità trasversale di tutti gli individui che ne fanno parte esprime i prodromi di un modello di inclusione la cui eredità è per noi un dovere cogliere per instaurare una pedagogia che superi le più radicate barriere sociali.
Rompete le righe! L’innovazione pedagogica di Margherita Zoebeli nell’Italia del dopoguerra
Alessandra Maria Straniero
2021-01-01
Abstract
In questo contributo si affrontano la vita e l’opera di Margherita Zoebeli con particolare riferimento al suo lavoro in Italia all’indomani della Seconda guerra mondiale. Ideatrice di un sistema educativo «pensato sul campo» della distruzione bellica, ha operato per infrangere le geometrie statiche dell’insegnamento frontale a vantaggio di una nuova idea di educazione, di comunità, lavorando per l’inclusione di bambini con disabilità nella scuola, nonché onorando l’adulto già in nuce nel bambino, anticipando di 25 anni le sperimentazioni che in materia di pedagogia sarebbero seguite. L’esperienza del Centro educativo italo-svizzero (CEIS) di Rimini, nato nel 1946 e tutt’ora attivo, progettato insieme all’architetto Felix Schwarz, vede nell’architettura e nell’organizzazione dello spazio un principio educativo e il superamento di una pedagogia direttiva e autoritaria. La sua è la visione lucida di una collettività, in cui la cooperazione e il senso di responsabilità trasversale di tutti gli individui che ne fanno parte esprime i prodromi di un modello di inclusione la cui eredità è per noi un dovere cogliere per instaurare una pedagogia che superi le più radicate barriere sociali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


