Il saggio si concentra sulla ricezione nell’Italia di metà Cinquecento dell’Utopia di Tommaso Moro attraverso l’analisi delle opere di due letterati “irregolari”, Anton Francesco Doni e Ortensio Lando. A partire dalla lettura del Mondo savio e pazzo di Doni e del Commentario di Lando, l’articolo riflette sulla riappropriazione del modello inglese attuata dai due autori nelle forme del serio-ludere e della scrittura paradossale: il genere dell’utopia (seppure con modalità diverse nei due scritti) viene rimaneggiato con intenti parodici alla luce dei contenuti erasmiani dell’Elogio della follia, in una prospettiva volta a mostrare l’intercambiabilità di pazzia e di saggezza e la relatività dei punti di vista.
Utopia e paradosso in Anton Francesco Doni e Ortensio Lando
Figorilli, Maria Cristina
2021-01-01
Abstract
Il saggio si concentra sulla ricezione nell’Italia di metà Cinquecento dell’Utopia di Tommaso Moro attraverso l’analisi delle opere di due letterati “irregolari”, Anton Francesco Doni e Ortensio Lando. A partire dalla lettura del Mondo savio e pazzo di Doni e del Commentario di Lando, l’articolo riflette sulla riappropriazione del modello inglese attuata dai due autori nelle forme del serio-ludere e della scrittura paradossale: il genere dell’utopia (seppure con modalità diverse nei due scritti) viene rimaneggiato con intenti parodici alla luce dei contenuti erasmiani dell’Elogio della follia, in una prospettiva volta a mostrare l’intercambiabilità di pazzia e di saggezza e la relatività dei punti di vista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


