The birth of Montessori’s Case dei Bambini (“Children’s Houses”) and the adoption of her innovative teaching method constitute an interesting chapter in the renewal of educational practices in Italy in the early years of the 20th century. Spreading from North to South, the biggest impact was felt where the social question was most acute. Milan, Rome and Città di Castello (the location of the Villa Montesca belonging to Leopoldo Franchetti and his wife Alice Hallgarten), together with very small communities such as those of Ferruzzano and Saccuti in the province of Reggio Calabria, were ideal contexts in which to test the assumptions of Maria Montessori’s approach to pedagogy. Specifically, this paper examines the experience of the Children’s Houses and nursery schools set up in Calabria by the Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI, the National Association for the Interests of the Italian Mezzogiorno). The use of partly unpublished materials kept in the Association’s Historic Archive makes it possible to reconstruct the enthusiasm for the Montessori method of some teachers who were not from Calabria and to assess its positive effects on the children, who were among the country’s most neglected, often condemned to a series of privations

La nascita delle montessoriane Case dei Bambini e l’adozione dell’innovativo metodo pedagogico-didattico, costituiscono una interessante pagina del rinnovamento delle pratiche educative che, a partire dai primi anni del Novecento, si diffondono da Nord a Sud dell’Italia, soprattutto dove era presente un’acuta questione sociale. Milano, Roma, “La Montesca” di Leopoldo Franchetti e di sua moglie Alice Hallgarten a Città di Castello, e piccolissime comunità come quella di Ferruzzano e di Saccuti in provincia di Reggio Calabria, diventano lo scenario ideale dove sperimentare gli assunti della pedagogia di Maria Montessori. Nello specifico, questo contributo prende in esame l’esperienza delle Case e degli asili istituiti in Calabria dall’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI). L’utilizzo di materiali in parte inediti e custoditi nell’Archivio Storico dell’Associazione, permette di ricostruire l’adesione convinta da parte di alcune maestre non calabresi al metodo Montessori e di determinare le positive ricadute dello stesso sull’infanzia più trascurata e, spesso, condannata ad una serie di privazioni.

Le Case dei bambini nella Calabria di inizio Novecento attraverso l’Archivio Storico dell’ANIMI

SERPE B.
2021-01-01

Abstract

The birth of Montessori’s Case dei Bambini (“Children’s Houses”) and the adoption of her innovative teaching method constitute an interesting chapter in the renewal of educational practices in Italy in the early years of the 20th century. Spreading from North to South, the biggest impact was felt where the social question was most acute. Milan, Rome and Città di Castello (the location of the Villa Montesca belonging to Leopoldo Franchetti and his wife Alice Hallgarten), together with very small communities such as those of Ferruzzano and Saccuti in the province of Reggio Calabria, were ideal contexts in which to test the assumptions of Maria Montessori’s approach to pedagogy. Specifically, this paper examines the experience of the Children’s Houses and nursery schools set up in Calabria by the Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI, the National Association for the Interests of the Italian Mezzogiorno). The use of partly unpublished materials kept in the Association’s Historic Archive makes it possible to reconstruct the enthusiasm for the Montessori method of some teachers who were not from Calabria and to assess its positive effects on the children, who were among the country’s most neglected, often condemned to a series of privations
2021
La nascita delle montessoriane Case dei Bambini e l’adozione dell’innovativo metodo pedagogico-didattico, costituiscono una interessante pagina del rinnovamento delle pratiche educative che, a partire dai primi anni del Novecento, si diffondono da Nord a Sud dell’Italia, soprattutto dove era presente un’acuta questione sociale. Milano, Roma, “La Montesca” di Leopoldo Franchetti e di sua moglie Alice Hallgarten a Città di Castello, e piccolissime comunità come quella di Ferruzzano e di Saccuti in provincia di Reggio Calabria, diventano lo scenario ideale dove sperimentare gli assunti della pedagogia di Maria Montessori. Nello specifico, questo contributo prende in esame l’esperienza delle Case e degli asili istituiti in Calabria dall’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (ANIMI). L’utilizzo di materiali in parte inediti e custoditi nell’Archivio Storico dell’Associazione, permette di ricostruire l’adesione convinta da parte di alcune maestre non calabresi al metodo Montessori e di determinare le positive ricadute dello stesso sull’infanzia più trascurata e, spesso, condannata ad una serie di privazioni.
Calabria, ANIMI, childhood, Montessori, Children’s Houses.
Calabria, ANIMI, infanzia, Montessori, Case dei Bambini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/331202
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