L’analisi seguente è in linea con i numerosi studi e ricognizioni atti a rintracciare e sottolineare le relazioni tra i dispostivi ottici e della visione artificiale (tecniche e metodi sviluppatisi lungo l’arco di più secoli fino alla fine dell’Ottocento) con il medium cinematografico, così come con i nuovi media e la modernità , sia dal punto di vista tecnologico sia socioculturale. Adottando l’approccio metodologico dell’archeologia dei media, il mio intento consiste nel sottolineare l’indissolubile connessione tra le eye machines e la nostra cultura immersiva della simulazione, prendendo in esame una video installazione di Michael Naimark, Be Now Here (Welcome to the Neighborhood) prodotta per il Center for the Arts a San Francisco nel Dicembre del 1994
Be Now Here: verso un’archeologia della visione
samuel antichi
2017-01-01
Abstract
L’analisi seguente è in linea con i numerosi studi e ricognizioni atti a rintracciare e sottolineare le relazioni tra i dispostivi ottici e della visione artificiale (tecniche e metodi sviluppatisi lungo l’arco di più secoli fino alla fine dell’Ottocento) con il medium cinematografico, così come con i nuovi media e la modernità , sia dal punto di vista tecnologico sia socioculturale. Adottando l’approccio metodologico dell’archeologia dei media, il mio intento consiste nel sottolineare l’indissolubile connessione tra le eye machines e la nostra cultura immersiva della simulazione, prendendo in esame una video installazione di Michael Naimark, Be Now Here (Welcome to the Neighborhood) prodotta per il Center for the Arts a San Francisco nel Dicembre del 1994I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.