Introduzione Tra le pratiche a rischio di inappropriatezza, l’Associazione Italiana Infermieri di Area Critica (Aniarti) ha proposto nell’ambito del progetto “Fare di più non significa fare di meglio - Choosing Wisely Italy” la raccomandazione n.4 “Non sostituire i cateteri venosi periferici ad intervalli regolari, ma in base a valutazione clinica”. Scopo Valutare in un’Azienda Ospedaliero-Universitaria a rilevanza nazionale, tramite studio cross-sectional, l’impatto dell’adozione di questa raccomandazione. Metodologia Mediante l’utilizzo di una scheda di osservazione ad hoc sono stati rilevati i criteri di scelta nel posizionamento e sostituzione del catetere venoso periferico (CVP), relative ad un campione di 170 ricoverati.1 Basandosi sulla stima di Finlay2 (l’80% dei ricoverati effettua terapia endovenosa) è stato dimensionato il campione: 139 pazienti (in base al numero giornaliero di ricoverati nell’Ospedale di Perugia), margine di errore di 0,07 e intervallo di confidenza 95%. La rilevazione è avvenuta in 7 giornate indice di gennaio 2018, in 7 reparti ospedalieri: 2 medicine di cui una specialistica e 5 chirurgie di cui 3 specialistiche. Risultati Di 170 ricoverati nei 7 reparti, 138 rispettavano i criteri di inclusione; 104 (74,3% del totale), avevano un CVP per eseguire terapia endovenosa o per prudenza clinica nel 53,5% dei casi, per routine nel restante 46,5%. Il 20,2% degli assistiti con CVP non aveva alcuna terapia in atto e/o prescritta nel giorno del rilevamento e successivi, quindi inutilizzato. L’82,4% dei CVP risultava posizionato da meno di 76 ore, con permanenza in sede mediamente da 2,18 ± 2,34 giorni (range 0-13). Tuttavia solo in 4 casi (3,8%) la medicazione di fissaggio era trasparente e idonea alla valutazione clinica per decidere una eventuale sostituzione. Criteri per la sostituzione erano presenti rispettivamente per dolore, eritema, edema e indurimento (compatibili con la sintomatologia flebitica) nel 5,8%, 16,3% 9,6%, 20,2%. Conclusioni L’approccio aziendale in merito al cateterismo periferico risulta di natura prevalentemente routinaria. La scelta di aderire alla raccomandazione n.4 e la scelta di inserimento secondo criteri clinici può contribuire sensibilmente al miglioramento delle prestazioni assistenziali e ridurre il numero dei dispositivi inutilmente posizionati.
Raccomandazione n.4 di Aniarti/Choosing Wisely Italy in un ospedale universitario regionale: valutazione d’impatto
Ramacciati Nicola
2018-01-01
Abstract
Introduzione Tra le pratiche a rischio di inappropriatezza, l’Associazione Italiana Infermieri di Area Critica (Aniarti) ha proposto nell’ambito del progetto “Fare di più non significa fare di meglio - Choosing Wisely Italy” la raccomandazione n.4 “Non sostituire i cateteri venosi periferici ad intervalli regolari, ma in base a valutazione clinica”. Scopo Valutare in un’Azienda Ospedaliero-Universitaria a rilevanza nazionale, tramite studio cross-sectional, l’impatto dell’adozione di questa raccomandazione. Metodologia Mediante l’utilizzo di una scheda di osservazione ad hoc sono stati rilevati i criteri di scelta nel posizionamento e sostituzione del catetere venoso periferico (CVP), relative ad un campione di 170 ricoverati.1 Basandosi sulla stima di Finlay2 (l’80% dei ricoverati effettua terapia endovenosa) è stato dimensionato il campione: 139 pazienti (in base al numero giornaliero di ricoverati nell’Ospedale di Perugia), margine di errore di 0,07 e intervallo di confidenza 95%. La rilevazione è avvenuta in 7 giornate indice di gennaio 2018, in 7 reparti ospedalieri: 2 medicine di cui una specialistica e 5 chirurgie di cui 3 specialistiche. Risultati Di 170 ricoverati nei 7 reparti, 138 rispettavano i criteri di inclusione; 104 (74,3% del totale), avevano un CVP per eseguire terapia endovenosa o per prudenza clinica nel 53,5% dei casi, per routine nel restante 46,5%. Il 20,2% degli assistiti con CVP non aveva alcuna terapia in atto e/o prescritta nel giorno del rilevamento e successivi, quindi inutilizzato. L’82,4% dei CVP risultava posizionato da meno di 76 ore, con permanenza in sede mediamente da 2,18 ± 2,34 giorni (range 0-13). Tuttavia solo in 4 casi (3,8%) la medicazione di fissaggio era trasparente e idonea alla valutazione clinica per decidere una eventuale sostituzione. Criteri per la sostituzione erano presenti rispettivamente per dolore, eritema, edema e indurimento (compatibili con la sintomatologia flebitica) nel 5,8%, 16,3% 9,6%, 20,2%. Conclusioni L’approccio aziendale in merito al cateterismo periferico risulta di natura prevalentemente routinaria. La scelta di aderire alla raccomandazione n.4 e la scelta di inserimento secondo criteri clinici può contribuire sensibilmente al miglioramento delle prestazioni assistenziali e ridurre il numero dei dispositivi inutilmente posizionati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.