L’idea di recuperare e far rivivere sotto nuova veste le forme del melodramma tradizionale, gradualmente dismesse dopo la delegittimazione ad esse inflitta dalla teoria wagneriana, rappresenta una delle tendenze più comuni nella storia dell’opera della prima metà del Novecento. Solitamente tale pratica trova la sua naturale collocazione all’interno dell’estetica neoclassica, il cui fondamento risiede proprio nell’idea di recupero di forme e generi del passato, nell’intento di riallacciare un dialogo con una tradizione considerata interrotta dalle sperimentazioni romantiche. Tuttavia la varietà e l’eterogeneità delle esperienze operistiche incentrate sul ripristino delle tradizionali strutture melodrammatiche è tale da rendere del tutto riduttiva la sua associazione alla sola estetica neoclassica.
La fiamma: il ritorno al melodramma secondo Respighi
targa
2024-01-01
Abstract
L’idea di recuperare e far rivivere sotto nuova veste le forme del melodramma tradizionale, gradualmente dismesse dopo la delegittimazione ad esse inflitta dalla teoria wagneriana, rappresenta una delle tendenze più comuni nella storia dell’opera della prima metà del Novecento. Solitamente tale pratica trova la sua naturale collocazione all’interno dell’estetica neoclassica, il cui fondamento risiede proprio nell’idea di recupero di forme e generi del passato, nell’intento di riallacciare un dialogo con una tradizione considerata interrotta dalle sperimentazioni romantiche. Tuttavia la varietà e l’eterogeneità delle esperienze operistiche incentrate sul ripristino delle tradizionali strutture melodrammatiche è tale da rendere del tutto riduttiva la sua associazione alla sola estetica neoclassica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.