Spesso si sente dire che l’interdittiva antimafia rappresenta “l’ergastolo dell’imprenditore”. Si tratta di un’affermazione indubbiamente forte che tiene conto degli effetti, dirompenti, che quest’ultima è in grado di generare sia dal punto di vista imprenditoriale che sul piano sociale, persona- le e familiare dei soggetti colpiti dalla misura. Di fronte al preoccupante consolidamento sul territorio nazionale di quella forma di criminalità che impiega imprese e società, fenomeno peraltro difficilmente individuabile oltre che particolarmente insidioso per il suo svilupparsi all’interno di scenari leciti, il legislatore ha scelto di intervenire giocando in anticipo con il ricorso all’interdittiva antimafia che mira a prevenire ogni tentativo di contaminazione mafiosa in vista della salvaguardia dell’ordine pubblico, della concorrenza del libero mercato e della trasparenza dell’agire amministrativo. Se, però, da un lato, queste ultime esigenze appaiono senza dubbio legittime e incondizionatamente tutelabili, dall’altro, l’incapacità di diritto pubblico che discende da un’informazione antimafia interditti- va induce a riflettere sulle possibili similitudini tra questa con la sanzione penale. Il presente contributo intende dunque porre una correlazione tra due istituti che, sebbene tanto diffe- renti nella forma, sarebbero al tempo stesso molto simili nella sostanza.
Interdittiva antimafia, sanzione penale?*
RENATO ROLLI
;PAOLO PEPE
2024-01-01
Abstract
Spesso si sente dire che l’interdittiva antimafia rappresenta “l’ergastolo dell’imprenditore”. Si tratta di un’affermazione indubbiamente forte che tiene conto degli effetti, dirompenti, che quest’ultima è in grado di generare sia dal punto di vista imprenditoriale che sul piano sociale, persona- le e familiare dei soggetti colpiti dalla misura. Di fronte al preoccupante consolidamento sul territorio nazionale di quella forma di criminalità che impiega imprese e società, fenomeno peraltro difficilmente individuabile oltre che particolarmente insidioso per il suo svilupparsi all’interno di scenari leciti, il legislatore ha scelto di intervenire giocando in anticipo con il ricorso all’interdittiva antimafia che mira a prevenire ogni tentativo di contaminazione mafiosa in vista della salvaguardia dell’ordine pubblico, della concorrenza del libero mercato e della trasparenza dell’agire amministrativo. Se, però, da un lato, queste ultime esigenze appaiono senza dubbio legittime e incondizionatamente tutelabili, dall’altro, l’incapacità di diritto pubblico che discende da un’informazione antimafia interditti- va induce a riflettere sulle possibili similitudini tra questa con la sanzione penale. Il presente contributo intende dunque porre una correlazione tra due istituti che, sebbene tanto diffe- renti nella forma, sarebbero al tempo stesso molto simili nella sostanza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.