La necessità di riconoscere e arginare le diverse configurazioni del “discorso d’odio” è una questione posta al centro del dibattito interculturale soltanto negli ultimi decenni. Nondimeno, le forme di espressione che incitano all’odio basato sull’intolleranza sono facilmente rintracciabili anche in contesti e società cronologicamente distanti. Nella letteratura in inglese antico (IX-XI sec.) il confronto con l’alterità prende forma spesso, anche su suggestione di fonti latine, nella rappresentazione di creature straordinariamente mostruose da isolare e stigmatizzare. In particolare, nella prosa pseudo-enciclopedica delle Meraviglie d’Oriente appare indicativo il trattamento riservato a una popolazione di ibridi donna-animale, le quali subiscono una censura morale esplicita, a cui fa seguito un atto di estrema violenza. Analogamente, nei versi del poema agiografico Andreas i cannibali Mirmidoni che l’apostolo deve convertire sono connotati come mostri sanguinari, creature infernali, assimilabili, in un raffinato gioco di parallelismi e contrasti, anche agli Ebrei, nemici per eccellenza della cristianità. Attraverso l’analisi e il confronto con le relative fonti, ci si propone di indagare le modalità attraverso le quali forme ante-litteram di hate-speech possano emergere all’interno di una dialettica conflittuale con l’alterità, soprattutto laddove queste tipologie di discorso rispondono a una volontà di disumanizzazione dell’Altro.
Hate Speech and the Dehumanisation of the Other in Anglo-Saxon England: Wonders of the East and Andreas
Bria, Jasmine
;Riviello, Carla
2024-01-01
Abstract
La necessità di riconoscere e arginare le diverse configurazioni del “discorso d’odio” è una questione posta al centro del dibattito interculturale soltanto negli ultimi decenni. Nondimeno, le forme di espressione che incitano all’odio basato sull’intolleranza sono facilmente rintracciabili anche in contesti e società cronologicamente distanti. Nella letteratura in inglese antico (IX-XI sec.) il confronto con l’alterità prende forma spesso, anche su suggestione di fonti latine, nella rappresentazione di creature straordinariamente mostruose da isolare e stigmatizzare. In particolare, nella prosa pseudo-enciclopedica delle Meraviglie d’Oriente appare indicativo il trattamento riservato a una popolazione di ibridi donna-animale, le quali subiscono una censura morale esplicita, a cui fa seguito un atto di estrema violenza. Analogamente, nei versi del poema agiografico Andreas i cannibali Mirmidoni che l’apostolo deve convertire sono connotati come mostri sanguinari, creature infernali, assimilabili, in un raffinato gioco di parallelismi e contrasti, anche agli Ebrei, nemici per eccellenza della cristianità. Attraverso l’analisi e il confronto con le relative fonti, ci si propone di indagare le modalità attraverso le quali forme ante-litteram di hate-speech possano emergere all’interno di una dialettica conflittuale con l’alterità, soprattutto laddove queste tipologie di discorso rispondono a una volontà di disumanizzazione dell’Altro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.