Gli allestimenti di Romeo Castellucci, presi in esame in questo saggio, condividono un processo creativo in cui la dimensione performativa è strettamente connessa con le caratteristiche dei luoghi “non teatrali” nei quali sono stati rappresentati. Ne La vita nuova un polveroso deposito automobilistico, trasformato in spazio teatrale extra-diegetico, viene abitato da una performance dall’intenso carattere rituale, in cui un “qui” e un “ora” si coniuga con i luoghi e il tempo storico di un’agognata “vita nuova”. In Resurrezione e Mistery 11 – Ma, allestimenti unici e irripetibili, Castellucci si concentra su differenti codici. Nel primo caso collocando antifrasticamente la Sinfonia n. 2 in do minore di Gustav Mahler nell’architettura “brutalista” del rigenerato stadio di Vitrolles, in Francia, nel secondo riattivando, con la sua «visione», il mito dei Misteri nel sito archeologico di Eleuisi. Come sarà illustrato, si tratta di esperienze che pur dimostrando di avere in comune una tensione verso un’inconsueta relazione tra spazio e performance, esibiscono un’interna e imprescindibile unicità nella loro definizione scenica.
Luoghi urbani e spazi del mito nel teatro di Romeo Castellucci
FANELLI C.
2025-01-01
Abstract
Gli allestimenti di Romeo Castellucci, presi in esame in questo saggio, condividono un processo creativo in cui la dimensione performativa è strettamente connessa con le caratteristiche dei luoghi “non teatrali” nei quali sono stati rappresentati. Ne La vita nuova un polveroso deposito automobilistico, trasformato in spazio teatrale extra-diegetico, viene abitato da una performance dall’intenso carattere rituale, in cui un “qui” e un “ora” si coniuga con i luoghi e il tempo storico di un’agognata “vita nuova”. In Resurrezione e Mistery 11 – Ma, allestimenti unici e irripetibili, Castellucci si concentra su differenti codici. Nel primo caso collocando antifrasticamente la Sinfonia n. 2 in do minore di Gustav Mahler nell’architettura “brutalista” del rigenerato stadio di Vitrolles, in Francia, nel secondo riattivando, con la sua «visione», il mito dei Misteri nel sito archeologico di Eleuisi. Come sarà illustrato, si tratta di esperienze che pur dimostrando di avere in comune una tensione verso un’inconsueta relazione tra spazio e performance, esibiscono un’interna e imprescindibile unicità nella loro definizione scenica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


