In questo lavoro viene descritta la storia della Rete Sismica Mobile dell'Osservatorio Vesuviano, attuale Sezione di Napoli dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), attraverso l'evoluzione strumentale e la descrizione delle principali attività di ricerca e monitoraggio svolte a partire dai primi anni '80. Dalle stazioni analogiche con registrazione su nastro magnetico alle prime stazioni digitali con registrazione a soglia, fino ai moderni acquisitori multicanale a 24bit, lo sviluppo tecnologico degli ultimi 30 anni ha contribuito in modo significativo al miglioramento delle conoscenze nei campi della sismologia e della sismotettonica. La Rete Sismica Mobile è stata impiegata intensivamente sia per studi di sismica crostale che per quelli sulla sismicità in aree vulcaniche e tettoniche. Sui vulcani napoletani, in particolare, la Rete Mobile ha svolto un ruolo fondamentale integrando la Rete Permanente durante i periodi di crisi e fornendo dati di elevata qualità che hanno consentito l’analisi di dettaglio dei fenomeni in atto. L’introduzione della sincronizzazione del tempo interno dei moderni acquisitori digitali mediante la ricezione del segnale GPS ha, inoltre, consentito l’impiego della Rete Sismica Mobile anche all’estero, sviluppando collaborazioni con i più importanti istituti ed enti di ricerca internazionali. Attualmente la Rete Sismica Mobile dell’Osservatorio Vesuviano si sta sviluppando verso sistemi di acquisizione multicanale, anche in configurazione di array, in grado di registrare contemporaneamente i segnali di vari tipi di sensori (dai sismometri a larga banda ai tiltmetri ed agli accelerometri) per ampliare lo spettro delle frequenze analizzabili.

Lo studio dei vulcani attivi e delle strutture crostali con reti sismiche temporanee: storia, evoluzione e prospettive della Rete Sismica Mobile dell’Osservatorio Vesuviano (INGV)

LA ROCCA, MARIO;
2012-01-01

Abstract

In questo lavoro viene descritta la storia della Rete Sismica Mobile dell'Osservatorio Vesuviano, attuale Sezione di Napoli dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), attraverso l'evoluzione strumentale e la descrizione delle principali attività di ricerca e monitoraggio svolte a partire dai primi anni '80. Dalle stazioni analogiche con registrazione su nastro magnetico alle prime stazioni digitali con registrazione a soglia, fino ai moderni acquisitori multicanale a 24bit, lo sviluppo tecnologico degli ultimi 30 anni ha contribuito in modo significativo al miglioramento delle conoscenze nei campi della sismologia e della sismotettonica. La Rete Sismica Mobile è stata impiegata intensivamente sia per studi di sismica crostale che per quelli sulla sismicità in aree vulcaniche e tettoniche. Sui vulcani napoletani, in particolare, la Rete Mobile ha svolto un ruolo fondamentale integrando la Rete Permanente durante i periodi di crisi e fornendo dati di elevata qualità che hanno consentito l’analisi di dettaglio dei fenomeni in atto. L’introduzione della sincronizzazione del tempo interno dei moderni acquisitori digitali mediante la ricezione del segnale GPS ha, inoltre, consentito l’impiego della Rete Sismica Mobile anche all’estero, sviluppando collaborazioni con i più importanti istituti ed enti di ricerca internazionali. Attualmente la Rete Sismica Mobile dell’Osservatorio Vesuviano si sta sviluppando verso sistemi di acquisizione multicanale, anche in configurazione di array, in grado di registrare contemporaneamente i segnali di vari tipi di sensori (dai sismometri a larga banda ai tiltmetri ed agli accelerometri) per ampliare lo spettro delle frequenze analizzabili.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/141407
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