Luigi Montera, fotografo ambulante del ventennio fascista, nei suoi ritratti deformava la realtà. Egli non voleva descrivere la miseria umana e sociale, ma mettere in mostra la bellezza e la dignità della povera gente e per fare ciò finiva per nascondere sistematicamente il reale.La macchina fotografica non è uno strumento tecnico capace di riprodurre meccanicamente la realtà "sic et simpliciter". Come è stato più volte detto, la fotografia non è una registrazione della realtà, ma una sua immagine astratta e trasformata, è un frammento di realtà ripreso da un occhio di vetro, una realtà rettangolare senza spazio e senza tempo. La macchina fotografica non è azionata da un dispositivo inanimato, ma da un uomo, che, attraverso essa, esprime la propria volontà. Montera registrava ciò che stava davanti al suo obiettivo, ma ciò che registrava non era la realtà, bensì una riproduzione e una rielaborazione soggettiva di questa.
Un fotografo ambulante calabrese
SOLE, Giovanni
2005-01-01
Abstract
Luigi Montera, fotografo ambulante del ventennio fascista, nei suoi ritratti deformava la realtà. Egli non voleva descrivere la miseria umana e sociale, ma mettere in mostra la bellezza e la dignità della povera gente e per fare ciò finiva per nascondere sistematicamente il reale.La macchina fotografica non è uno strumento tecnico capace di riprodurre meccanicamente la realtà "sic et simpliciter". Come è stato più volte detto, la fotografia non è una registrazione della realtà, ma una sua immagine astratta e trasformata, è un frammento di realtà ripreso da un occhio di vetro, una realtà rettangolare senza spazio e senza tempo. La macchina fotografica non è azionata da un dispositivo inanimato, ma da un uomo, che, attraverso essa, esprime la propria volontà. Montera registrava ciò che stava davanti al suo obiettivo, ma ciò che registrava non era la realtà, bensì una riproduzione e una rielaborazione soggettiva di questa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.