Razionale dello studio: il dolore è il sintomo più frequente nei pazienti che si presentano al DEA, con una prevalenza del 70%; l’oligoanalgesia è un problema altrettanto comune. La valutazione del dolore è tra le maggiori responsabilità infermieristiche: lo studio si pone l’obiettivo primario di verificare la validità concorrente del Manchester Pain Ruler (MPR), strumento di valutazione del dolore specifico per il DEA che è ad oggi validato solo su una popolazione pediatrica. Materiali e metodi: il disegno di studio adottato è diagnostico e prospettico. In un campione di convenienza di soggetti che si sono presentati al triage del DEA di Careggi con dolore nel periodo ottobre e novembre 2016, è stata somministrata prima la scala VAS e poi l’MPR all’ingresso, in seguito a somministrazione di antidolorifico e alla dimissione. In seguito è stato somministrato il questionario di gradimento per indagare la validità apparente. È stata inoltre determinata la sensibilità e specificità dello strumento valutandone la capacità di identificare correttamente le categorie di intensità di dolore evidenziate dalla VAS. Risultati: sono stati osservati 151 pazienti, l’età media è 48,8 anni. Confrontando le misure ottenute con l’MPR è emersa un’elevata correlazione con quelle della VAS nei tre momenti di Spearman. Il grado di accordo misurato colρ (rispettivamente 0,864, 0,956 e 0,952 con calcolo coefficiente k di Fleiss) ha evidenziato un accordo per le categorie di dolore sostanziale per la prima valutazione e perfetto per le valutazioni successive (k di Fleiss nei tre momenti: 0,67, 0,81 e 0,80). Alla prima valutazione è stata analizzata anche l’area sotto la curva ROC che ha evidenziato per il riconoscimento del dolore moderato e grave una sensibilità del 97,8 ed una specificità del 66,7 e per il riconoscimento del dolore grave una sensibilità del 83,2 ed una specificità del 88,6. L’MPR è la scala preferita nel 77,9% dei casi e quella che riesce ad esprimere meglio il dolore nell’87,9%. Conclusioni: l’MPR risulta uno strumento che ha buona validità concorrente e apparente in un campione di convenienza di adulti con capacità cognitive integre. La correlazione ed il valore di accordo più bassi alla prima valutazione suggeriscono che l’MPR potrebbe aiutare i pazienti ad esprimere più consapevolmente il proprio livello di dolore. Lo studio ha permesso di evidenziare le criticità tuttora permanenti come la mancata valutazione del dolore al triage, il ricorso agli oppiacei ancora molto contenuto ed un tasso non trascurabile di pazienti dimessi con dolore moderato-grave.

Validazione del Manchester Pain Ruler (MPR) in Dipartimento di Emergenza

Ramacciati Nicola;
2017-01-01

Abstract

Razionale dello studio: il dolore è il sintomo più frequente nei pazienti che si presentano al DEA, con una prevalenza del 70%; l’oligoanalgesia è un problema altrettanto comune. La valutazione del dolore è tra le maggiori responsabilità infermieristiche: lo studio si pone l’obiettivo primario di verificare la validità concorrente del Manchester Pain Ruler (MPR), strumento di valutazione del dolore specifico per il DEA che è ad oggi validato solo su una popolazione pediatrica. Materiali e metodi: il disegno di studio adottato è diagnostico e prospettico. In un campione di convenienza di soggetti che si sono presentati al triage del DEA di Careggi con dolore nel periodo ottobre e novembre 2016, è stata somministrata prima la scala VAS e poi l’MPR all’ingresso, in seguito a somministrazione di antidolorifico e alla dimissione. In seguito è stato somministrato il questionario di gradimento per indagare la validità apparente. È stata inoltre determinata la sensibilità e specificità dello strumento valutandone la capacità di identificare correttamente le categorie di intensità di dolore evidenziate dalla VAS. Risultati: sono stati osservati 151 pazienti, l’età media è 48,8 anni. Confrontando le misure ottenute con l’MPR è emersa un’elevata correlazione con quelle della VAS nei tre momenti di Spearman. Il grado di accordo misurato colρ (rispettivamente 0,864, 0,956 e 0,952 con calcolo coefficiente k di Fleiss) ha evidenziato un accordo per le categorie di dolore sostanziale per la prima valutazione e perfetto per le valutazioni successive (k di Fleiss nei tre momenti: 0,67, 0,81 e 0,80). Alla prima valutazione è stata analizzata anche l’area sotto la curva ROC che ha evidenziato per il riconoscimento del dolore moderato e grave una sensibilità del 97,8 ed una specificità del 66,7 e per il riconoscimento del dolore grave una sensibilità del 83,2 ed una specificità del 88,6. L’MPR è la scala preferita nel 77,9% dei casi e quella che riesce ad esprimere meglio il dolore nell’87,9%. Conclusioni: l’MPR risulta uno strumento che ha buona validità concorrente e apparente in un campione di convenienza di adulti con capacità cognitive integre. La correlazione ed il valore di accordo più bassi alla prima valutazione suggeriscono che l’MPR potrebbe aiutare i pazienti ad esprimere più consapevolmente il proprio livello di dolore. Lo studio ha permesso di evidenziare le criticità tuttora permanenti come la mancata valutazione del dolore al triage, il ricorso agli oppiacei ancora molto contenuto ed un tasso non trascurabile di pazienti dimessi con dolore moderato-grave.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/344072
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