Razionale dello studio: il dolore è un fenomeno soggettivo e in quanto tale la sua valutazione rimane uno dei problemi più complessi della pratica infermieristica. È noto che uno dei motivi principali che influiscono sulla corretta valutazione del dolore è la comunicazione inefficace; spesso i sanitari non si fidano del self report dei pazienti e gli utenti non comprendono gli strumenti utilizzati dal personale sanitario. Per queste ragioni il focus della ricerca è l’asimmetria comunicativa, centro del corretto processo di valutazione del dolore. Materiali e metodi: è stato condotto uno studio qualitativo con metodologia mista etno-fenomenologica presso il DEA dell’AOU Careggi di Firenze nei mesi di ottobre e novembre 2016. Pazienti e infermieri sono stati arruolati attraverso un campionamento di convenienza. Gli strumenti utilizzati per la raccolta dati sono stati l’osservazione diretta in aperto e il colloquio tramite intervista semi strutturata associata alla registrazione della cronemica, prossemica e cinesica degli interlocutori, in modo da utilizzare dati sia verbali che non verbali. Le interviste sono state trascritte e analizzate con il metodo Giorgi. Risultati: il campione è composto da 40 soggetti: 15 infermieri e 25 pazienti con un’età media rispettivamente di 42,3 e 40,9 anni. Dall’analisi delle interviste e delle osservazioni sono emerse 5 unità di significato comuni ad entrambi i gruppi seppure con connotazioni diverse: attitudine personale, pregiudizio, umanizzazione, interventi e dimensione culturale. Inoltre sono state identificate due unità esclusive per gruppo: ostacoli per gli infermieri e sfera affettiva/ cognitiva per i pazienti. Le percezioni del personale infermieristico risultano autoassolutorie su alcuni aspetti come la qualità del servizio offerto mentre convergono con quelle dei pazienti sull’importanza della formazione e degli interventi per controllare il dolore. Conclusioni: lo studio conferma la presenza di una notevole asimmetria di significati, valori ed attitudini nei confronti del dolore, che diventa dicotomica per alcuni aspetti e conferma le attuali teorie sui determinanti della percezione del dolore. Inoltre mette in evidenzia l’importanza della comunicazione in un setting come quello del DEA. Lo studio conferma che è impossibile che la valutazione del dolore fatta dal paziente e dall’infermiere coincidano e che l’unica persona in grado di stimare il dolore è il paziente stesso. Una maggiore consapevolezza di questo dato nel personale infermieristico può migliorare la valutazione del dolore.

La valutazione del dolore in DEA: le esperienze degli infermieri in uno studio etno-fenomenologico

Ramacciati Nicola;
2017-01-01

Abstract

Razionale dello studio: il dolore è un fenomeno soggettivo e in quanto tale la sua valutazione rimane uno dei problemi più complessi della pratica infermieristica. È noto che uno dei motivi principali che influiscono sulla corretta valutazione del dolore è la comunicazione inefficace; spesso i sanitari non si fidano del self report dei pazienti e gli utenti non comprendono gli strumenti utilizzati dal personale sanitario. Per queste ragioni il focus della ricerca è l’asimmetria comunicativa, centro del corretto processo di valutazione del dolore. Materiali e metodi: è stato condotto uno studio qualitativo con metodologia mista etno-fenomenologica presso il DEA dell’AOU Careggi di Firenze nei mesi di ottobre e novembre 2016. Pazienti e infermieri sono stati arruolati attraverso un campionamento di convenienza. Gli strumenti utilizzati per la raccolta dati sono stati l’osservazione diretta in aperto e il colloquio tramite intervista semi strutturata associata alla registrazione della cronemica, prossemica e cinesica degli interlocutori, in modo da utilizzare dati sia verbali che non verbali. Le interviste sono state trascritte e analizzate con il metodo Giorgi. Risultati: il campione è composto da 40 soggetti: 15 infermieri e 25 pazienti con un’età media rispettivamente di 42,3 e 40,9 anni. Dall’analisi delle interviste e delle osservazioni sono emerse 5 unità di significato comuni ad entrambi i gruppi seppure con connotazioni diverse: attitudine personale, pregiudizio, umanizzazione, interventi e dimensione culturale. Inoltre sono state identificate due unità esclusive per gruppo: ostacoli per gli infermieri e sfera affettiva/ cognitiva per i pazienti. Le percezioni del personale infermieristico risultano autoassolutorie su alcuni aspetti come la qualità del servizio offerto mentre convergono con quelle dei pazienti sull’importanza della formazione e degli interventi per controllare il dolore. Conclusioni: lo studio conferma la presenza di una notevole asimmetria di significati, valori ed attitudini nei confronti del dolore, che diventa dicotomica per alcuni aspetti e conferma le attuali teorie sui determinanti della percezione del dolore. Inoltre mette in evidenzia l’importanza della comunicazione in un setting come quello del DEA. Lo studio conferma che è impossibile che la valutazione del dolore fatta dal paziente e dall’infermiere coincidano e che l’unica persona in grado di stimare il dolore è il paziente stesso. Una maggiore consapevolezza di questo dato nel personale infermieristico può migliorare la valutazione del dolore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/344085
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